Pier Giacomo Castiglioni

Figlio dello scultore Giannino Castiglioni e di di Livia Bolla, Pier Giacomo Castiglioni nacque a Milano il 22 aprile del 1913 e si laureò in architettura al Politecnico di Milano nel 1937. Da quell’anno iniziò la sua collaborazione con il fratello Livio (nato il 16 gennaio 1911 e laureatosi architetto l’anno precedente) e con l’architetto L. Caccia Dominioni. Con quest'ultimo collaborò – con interruzioni – sino al 1945.

Nel 1944, si laureò in architettura anche il fratello Achille (nato il 16 febbraio 1918) e iniziò a collaborare con lui e con l’altro fratello Livio che si staccò dal gruppo nel 1953. Insieme all’architetto Carlo Pagani, Pier Giacomo Castiglioni scrisse un libello sul Piano regolatore di Milano del 1938 (Cinquanta piazze notevoli della futura Milano, Milano 1938).

Pier Giacomo Castiglioni fu: membro fondatore, nel 1945, del Movimento studi architettura e, nel 1956, dell’A.D.I. (Associaz. per il disegno industriale), nonchè membro della Commissione edilizia del comune di Milano dal 1955 e membro della giunta esecutiva della XIII Triennale nel 1964 (Tempolibero, tempo di vita: notestudi e disegni sulla preparazione della XIII Triennale, Milano 1964, passim). Dal 1949 al 1951 ricoprì l'incarico di consigliere dell’ordine degli architetti della Lombardia (1949-1951) e divenne anche professore incaricato di disegno dal vero alla facoltà di architettura del politecnico di Milano dal 1964 al 1968.

Pier Giacomo Castiglioni è anche noto per aver fatto parte di numerose giurie per l’assegnazione di premi: per “La Rinascente Compasso d’oro” negli anni 1956, 1957, 1958; per la IX Triennale di Milano (1951); per il concorso Formica-Domus del 1958-1959; per il concorso Abitare-De Padova del 1963; per il concorso internazionale del mobile di Cantù (1963: cfr. Arte casa, 1963, n. 46, notiziario).

Quali sono le caratteristiche più importanti del suo stile?

L'attività professionale di Pier Giacomo Castiglioni è sicuramente improntata alla ricerca nel campo del disegno industriale. La prima realizzazione, insieme con il fratello Livio e con L. Caccia Dominioni, risale al 1938 e riguarda alcuni modelli di apparecchi radio per la Phonola, in seguito perfezionati e presentati nel 1940 alla Triennale.

La proposta si distingue dalle precedenti, ma anche da quelle contemporanee, per la concezione del mobile. I suoi progetti infatti, abbandonando ogni convenzione, cercando di risolvere il problema dall’inizio fornendo una soluzione formalmente diversa e più corrispondente alle caratteristiche funzionali.

Nella storia del design italiano il C. ed i fratelli sono i protagonisti di quel particolare filone che, con grandissima semplicità di mezzi e pulizia di disegno, tende a riscoprire le ragioni fondamentali dell’oggetto considerato. L’accoppiamento della chiarezza, che mette a nudo elementi generalmente nascosti, all’uso di materiali e forme “poveri” e a un nuovo e più funzionale concetto distributivo delle parti attribuisce al risultato finale un carattere d’ironia. Tale procedimento progettuale ha condotto spesso gli artisti a riproporre, seppure modificati nella forma e risolti più a fondo nei problemi tecnici, modelli tradizionali (seggiolino Mezzadro, lampada Relemme, e così via).

Quali sono i suoi più importanti prodotti e progetti?

Si ricordano qui di seguito alcuni oggetti progettati da Pier Giacomo Castiglioni. Nella mostra personale al centro Fly di Milano, nel 1966, fu esposta una serie di prototipi prodotti dal 1950 al 1966 dal C. con il fratello Achille, che andavano dal radiofonografo stereofonico della Brionvega ad una scaffalatura metallica. Si segnalano, inoltre, per le lampade, i suoi modelli a fluorescenza, in polimeri plastici, a parete, “Arco”,”Taccia”,”Relemme”,”Toio”, “Papavero”, “Velella”; “Snoopy”, “Padina”; per i tavolini, quelli in poliestere, “cacciavite”; per le poltrone, i modelli “S. Luca”  girevole, per le seggiole, “Lierna”; e ancora macchine fotografiche ed altri variegati oggetti funzionali e di design.

I fratelli Castiglioni si applicarono con particolare impegno anche negli allestimenti di mostre e di stand fieristici.

In particolar modo si ricordano: la mostra “Colori e forme nella casa d’oggi” allestita a Como a villa Olmo (luglio-agosto 1957) che fa luce sul punto di vista dei Castiglioni sul tema dell’abitazione in caso di esposizioni, presentando un soggiorno-studio con alcuni semplici oggetti di serie. Lo stesso accade alla mostra organizzata a Firenze nel 1965, “La casa abitata”, in cui gli artisti si applicano al problema della sala da pranzo; e nelle vetrine del negozio Gavina a Milano del 1961.

Della produzione edilizia vera e propria del C., non altrettanto copiosa, si ricordano, nel 1938, l’ampliamento delle scuole elementari di Lierna (Como) e il progetto di scuola professionale per Vimercate; la chiesa di S. Ildefonso a Milano; nel 1949 il padiglione costruito dalla R.A.I. per la Fiera di Milano; nel 1950,la ricostruzione della azienda agricola di Villarasca (Pavia) e l’edificio per esposizioni della Safiz alla Fiera agricola di Verona; nel 1952, la ricostruzione della sede per esposizioni della Società per le belle arti ed esposizione permanente a Milano; nel 1953, l’edificio per uffici in via Turati a Milano e la casa per vacanze sui piani d’Invrea a Varazze; nel 1954,l’asilo e scuola materna di Lierna (Como), e la chiesa parrocchiale in viale Monza a Milano; nel 1958, la sede della Camera di commercio, industria e agricoltura a Milano; nel 1959, la chiesa di S. Gabriele in via delle Termopili a Milano; nel 1961, l’edificio per esposizione e stabilimento di mobili Gavina a San Lazzaro di Savena nei pressi di Bologna.

Anche nel settore dell'arredamento d'interni vi sono stati degli interventi, seppur sporadici, di Pier Giacomo Castiglioni. Olte all'intero abitativo, l'architetto si dedicò, nel corso della sua carriera all’allestimento di alcuni negozi: nel 1940 creò l’arredamento della sala di soggiorno nell’edificio neoclassico dei conti Melzi in via Monte Napoleone a Milano e si occupò del negozio Mancini in via Monte Napoleone a Milano. Nel 1957, Castiglioni provvide a sistemare la sala di proiezioni di un locale in casa Rizzoli in via del Gesù a Milano; nel 1958, l’arredamento della sede della Camera di commercio, industria e agricoltura in via Meravigli a Milano; nel 1960, la birreria Splügenbräu in corso Europa a Milano; nel 1961, il negozio Gavina in corso Monforte a Milano; nel 1968, il negozio Flos in corso Monforte a Milano e il negozio Omega in piazza del Duomo a Milano.

In cosa si differenzia lo stile di Pier Giacomo Castiglioni?

Il lavoro di progettazione di questo architetto riguarda spazi astratti, in cui ogni atto vitale sembra essere stato improvvisamente interrotto e gli oggetti trovano una disposizione quasi casuale, a volte addirittura contrastante con il contesto abituale, in una luce irreale che catalizza più vivamente l’attenzione dello spettatore. Accanto agli oggetti già esistenti e noti si affiancano i nuovi progetti scaturiti dalla ricerca dell’essenziale e proposti al pubblico dei consumatori per comunicare il maniera chiara il valore d’uso dell’oggetto stesso.

Nuovo è anche il modo di trattare lo spazio espositivo. I Castiglioni rovesciano l’abituale rapporto fra spettatore e spazio espositivo, o collocando il pubblico al centro della rappresentazione o attirandolo lungo percorsi inusitati (corridoi bui, passerelle sospese, soffitti molto abbassati). Anche l’importanza dei diaframmi verticali è rinnovata: o viene mutato profondamente il rapporto con la copertura oppure si propone una ricostruzione ex novo con materiali diversi al fine di richiudere uno spazio per poi aprirlo all’interno con intenzione fantastica.

La consuetudine di collaborare con specialisti nei vari campi è assolutamente nuova e rivoluzionaria nel campo del design. Alle varie fiere di Milano, per esempio, collaborarono con il Castigiioni, per i padiglioni della Montecatini nel 1954 il grafico B. Munari, nel 1963 P. Tovaglia come scultore, nel 1966 e nel 1968 il grafico M. Huber, L. Damiani per l’illuminotecnica, R. Costa per la sonorizzazione; per i padiglioni R.A.I., nel 1959 il grafico F. Bianconi, nel 1960 il grafico Pino Tovaglia, nel 1964 i grafici Max Huber e G. P. Iliprandi.

Castiglioni: quale eredità progettuale ed architetturale lascerà alle generazioni future?

Alle giovani generazioni di designer, Pier Giacomo Castiglioni sicuramente ha lasciato una estrema apertura alle nuove tecnologie e ai sistemi espressivi aggiornatissimi, che non ha impedito a lui e ai suoi fratelli di risolvere con grande attenzione i problemi relativi all’inserimento in strutture preesistenti: come appunto nel caso del negozio Omega. In quest'ultimo progetto, è stato eseguito un intervento nell’organismo ottocentesco della galleria Vittorio Emanuele, attuato con l’arretramento del fronte del negozio, mentre grazie ad un sistema di specchi è possibile il collegamento visivo esterno-interno fino alla zona espositiva al piano inferiore.

Qui i Castiglioni riportano a definitiva maturazione la loro teoria progettuale per gli allestimenti di negozi, individuando in piccolissimi boxes la zona espositiva che si rivolge alla strada e recuperando a tale scopo altre zone opportunamente attrezzate all’interno. Il contenitore espositivo di grandi dimensioni viene così trasformato in una serie di scatole mobili su rotelle e questo impianto diventa il tema dominante nel negozio della Flos, con il risultato di annullare il distacco tra vetrina e settore di ricevimento del cliente e di creare uno spazio continuamente suscettibile di variazioni.

Il negozio Gavina invece trasformava i contenitori espositivi in misteriosi vani di abitazione, ai quali si accedeva dall’ambiente centrale attraverso una porta, mentre l’area interna, anch’essa attrezzata per esposizione e suddivisa in diversi livelli del suolo, risultava totalmente indipendente alla vista dei passanti.

I Castiglioni vinsero numerosi concorsi e premi, tra cui numerosi “Compassi d’oro”. Hanno esposto le loro opere al Museum of Modern Art di New York, al Royal Institute of British Architects di Londra, al Musée des arts décoratifs e alla Galerie Christofle di Parigi, al Palais du Centenaire di Bruxelles e al Museo di arte moderna di San Paolo oltre che, nel 1963, alla prima Esposición de diseño industrial di Buenos Aires. Il 30 dicembre 1942 Pier Giacomo Castiglioni sposò Maria Coduri de Cartosio dalla quale ebbe una figlia, Giorgina, anche lei architetto, nata a Como il 7 settembre 1943. L'architetto mori a soli 55 anni,  il 27 novembre 1968.